giovedì 18 settembre 2014

OSSERVAZIONI CESARE E MASSENZIO

Al Comune di San Cesareo
Piazzale dell’Autonomia, 1
00030 San Cesareo (Roma)
PEC: segreteriasancesareo@pec.provincia.roma.it
alla cortese attenzione di:
- Sindaco
- Pres. del Consiglio Comunale - tutti gli Assessori e Consiglieri Comunali
p.c. Min. Beni ed Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio MAIL: sba-laz@beniculturali.it


OGGETTO: Delibera Comunale n.11 del 09/04/2013 relativo il Piano di Intervento Urbanistico denominato “La Pietrara” e valorizzazione del sito archeologico rinvenuto nell’area di pertinenza.

Preso atto della delibera in oggetto, ai sensi della legge 179/92 e contestuale adozione di variante urbanistica, il Comitato di Difesa del Territorio sottopone alla vostra attenzione le proprie osservazioni ed opposizioni.

PREMESSA:
la evidente volontà di espansione residenziale del comune di San Cesareo;
- la necessità d riqualificazione dell’area e connessione tra l’area di residenza popolare di recente costruzione ed il centro urbano;
- l’esubero di unità abitative nel suddetto comune e nelle aree limitrofe;
- la crisi economica ed edilizia corrente nel nostro paese;
- l’interesse della CEI nell’attuazione del progetto e realizzazione di un nuovo luogo di culto.

VISTA:
- la diffusa letteratura che sin dall’antichità definisce questa come zona di forte interesse storico-archeologico;
- la scoperta anche in tempi recenti di importanti ritrovamenti anche lungo quella che venne poi definita la Via Labicana che, attraverso l’asse viario proveniente da Montecompatri arrivava sino a Palestrina attraversando quello che è oggi il centro di San Cesareo;
- l’importanza che, ai sensi dell’art.10 comma 3 lettera a) del D.L. del 22 gennaio 2004, detti resti rivestono;
- la scarsa attenzione data sino ad oggi all’immenso patrimonio archeologico presente sul territorio del Comune di San Cesareo che, congiuntamente a quello di Palestrina, Gallicano,Tivoli e la presenza di diversi altri punti di forza potrebbe dare luogo ad un significativo polo turismo alternativo ad una capitale in grado di cambiare l’assetto economico-sociale di San Cesareo;
- l’evidenza che la zona di interesse riguardante la Villa che fù di Cesare e successivamente di Massenzio sia decisamente più ampia di quella sin qui vincolata a seguito dei saggi archeologici effettuati negli scorsi anni.

SI OSSERVA CHE:
- dato quanto sin qui premesso e quindi l’importanza del progetto in analisi, si ritiene sottovalutata l’importanza di un adeguato confronto pubblico con la cittadinanza per enunciare l’importanza del ritrovamento archeologico e l’ipotesi di destinazione dell’area e quindi del progetto edificatorio in essere;
- ai sensi del Piano Territoriale Regionale, in base al PTPR/A (relativo le criticità paesaggistiche) il sito è ubicato nel paesaggio naturale di continuità mentre, in base a PTPR/B, la zona ricade nelle aree di rispetto di linee e punti archeologici;
- non risultano compiutamente ottemperate le richieste di cui ai punti a,b,c,d,e,f della lettera della Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali del 20/07/2010 (Prot. MBAC-SBA-LAZ 8757), vincolanti per il rilascio di un definitivo parere favorevole;
- non risultano pervenute dagli enti deputati le autorizzazioni paesaggistiche già menzionate nella lettera della Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali del 13 marzo 2013 (Prot. MBAC-SBA-LAZ 0323)
- non viene posta adeguata attenzione all’importanza del ritrovamento archeologico ed alle potenzialità socio-economiche in esso contenute;
- l’attuale confine dell’area destinata alla realizzazione dell’impianto ecclesiastico ricade direttamente a ridosso del confine dell’area di scavo;
- gli ingressi agli spazi archeologici non ne valorizzano l’entità ma diventano parte secondaria rispetto all’impianto edificatorio;
- gli spazi destinati all’antiquarium sono modesti e sottodimensionati rispetto all’entità dell’impianto archeologico. Peraltro non risulta chiara la dimensione dei locali inferiori che risulterebbero in parte assorbite dal complesso ecclesiastico;
- si tende a dare al progetto una generica impronta in linea con la tradizione senza specificare il senso di tali affermazioni; ovvero, la fornitura di specifiche sui materiali usati e relativa applicazione;
- a pag. 7 del PIN, qui come in seguito, da una lettura delle documentazione resa disponibile, si legge: “la Via Labicana che collegherà quest’area alla nuova struttura Commerciale (..)” ; tale affermazione non risulterebbe corrispondente alla documentazione grafica fornita. In essa infatti la via Labicana risulta scoperta solo a tratti e, diversamente da quanto citato, non connessa alla nuova struttura commerciale;
- a pag. 9 del PIN si fà riferimento ad una richiesta di contributo all’ARCUS Spa ma che la stessa è stata liquidata dalla Spending Review Monti. Nello stesso paragrafo si fa menzione ad un accordo tra Comune e Privati già definito e ratificato di cui manca documentazione e del quale si richiedono dettagli in attesa di formale documentazione;
- a pag. 12 del PIN è citata: l’emissione di un vincolo diretto senza esplicito riferimento a quello indiretto di cui si intende però verificare l’ esistenza ed, in caso contrario, le ragioni. Nella stessa pagina si fa riferimento ad infrastrutture (percorsi guidati e pensiline) e la realizzazione di supporti multimediali (ricostruzione virtuale della villa e della fontana monumentale, ricostruzione delle strutture in altorilievo per esplorazione tattile) come facenti parte del progetto ma senza che vengano specificati, tantopiù per la parte squisitamente costruttiva ed architettonica, i progetti, i tempi e le pertinenze economiche;
- a pag. 13 del PIN si assiste poi ad un assurdo quando, con riferimento all’area archeologica, cita in sintesi: la responsabilità dell’area durante i lavori e fino alla consegna del Piano Integrato è della/e società costruttirice/i e che la/e stessa/e si impegnano a far assumere tale incarico a chi acquisterà gli immobili e che ad avvalorare tale scelta è il mutato legame tra museo e territorio; - a pag. 20 del PIN si menziona la potenziale realizzazione di un parco senza che lo stesso sia effettivamente fatto parte integrante del progetto e di conseguenza se ne fornisca dettaglio;
- In termini di standard urbanistici, oltre ad incongruità rilevate nel computo metrico fornito, non sembra rispettato il termine di 18mq. di area pubblica per abitante;
- “Mentre si aspettano i fondi che serviranno a valorizzare l'area è stato presentato un progetto alternativo, che ha avuto l'ok di massima dalla Sovrintendenza, per la realizzazione degli edifici pubblici e privati e per la chiesa dedicata a San Giuseppe”
- Malgrado anche anticamente fosse evidenziato un percorso stato già più volte in passato L’importante strada labicana che da San Cesareo si diramava in più strade per raggiungere le vicine città di Tusculum,Praeneste e Gabi era già stata oggetto di scarsa attenzione durante la costruzione della Piazza proprio intitolata a Giulio Cesare;

In sintesi:
in considerazione della importanza storico archeologica del sito in oggetto e del potenziale contributo socio-economico che potrebbe portare al Comune di San Cesareo e Comuni limitrofi, rilevate e spinte trasversali interessate alla realizzazione dell’impianto edificatorio vagamente orientato alla tutela del Patrimonio storico-archeologico dell’area, il Comitato propone che:
- il piano in oggetto venga temporaneamente sospeso o trasferito presso altro luogo almeno sino a quando l’intera area non venga compiutamente esplorata, sia possibile rilevare la reale entità dell’impianto archeologico e si possa dare luogo ad un adeguato progetto che tenga conto in primo luogo della di riqualificazione dell’area con vantaggio economico per l’intera comunità;
- si tenda a valorizzare il sito archeologico con ampie aree verdi che ne valorizzino la vastità e bellezza ( così come verificatosi con la Villa Adriana a Tivoli che in progressivo aumento è destinata a rappresentare uno dei siti maggiormente visitati nella Provincia di Roma);
- si realizzi un piano di intervento che valorizzi realmente il contenuto dell’area dando luogo anche alla realizzazione oltre ad un Parco Museale anche ad un ampio antiquarium e museo in grado di contenere e rendere adeguatamente visibili i ritrovamenti effettuati in loco e nelle aree limitrofe. Si ricorda in tal senso che da anni i beni Culturali hanno evidenziato la carenza di siti simili nella provincia di Roma e che anche l’ importante meridiana rinvenuta nella Villa di Massenzio arricchisce oggi il patrimonio del Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga senza alcun ritorno economico per il Comune di San Cesareo;
- si operi compiutamente per la ricerca di fondi a livello europeo ed internazionale atti a garantire la cantierizzazione delle opere di restauro e la valorizzazione di vero un polo archeollogico;
- vengano coinvolte nelle operazioni di scavo le università internazionali in grado anche di contribuire alla ricerca di fondi, prestazione di personale atto alle operazioni di scavo e restauro nonché diffusione e promozione dell’impianto archeologico.

Colonna, 14/08/2013

Comitato di Difesa del Territorio
Il Presidente
Michele Borzi

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